Storia, arte e cultura

Un tempo pastori e carbonai, grandi falciatori e mugnai, poi fabbri, falegnami e abili norcini, infine provetti muratori e artigiani, molti Cortenesi si stanno negli ultimi tempi gradualmente trasformando in operatori del terziario turistico e commerciale, pur mantenendo gelosamente le antiche tradizioni e abilità, ciò che è ad esempio possibile con l'agriturismo.

Il Premio Nobel Camillo Golgi

La nostra è una delle rare comunità al mondo che possono vantare di aver dato i natali ad un Premio Nobel. Infatti, nell'ormai lontano 1906, l'istopatologo cortenese Camillo Golgi, le cui scoperte sulla struttura dei tessuti nervosi e nella lotta alla malaria sono state assai rilevanti per la medicina moderna, fu il primo italiano insignito della prestigiosa onorificenza. Dal 1956, quello che prima era semplicemente Corteno potè dunque assumere, mutuandolo dal suo illustre concittadino, il "cognome" Golgi.

Per iniziativa della Cooperativa di Cultura intitolata allo scienziato, istituita in occasione del 150° anniversario della nascita con l'essenziale supporto dell'Amministrazione comunale, sono state pubblicate due esaustive biografie del Golgi e un testo ad uso delle scuole, è stato realizzato un ampio documentario filmato e si attuano scambi storico-scientifici in convegni e mostre sulle neuroscienze.

L'acquisizione della casa natale di Golgi per farne un Museo permanente, il buon mantenimento di due mulini ancora funzionanti, la ristrutturazione di un raro esempio di segheria veneziana, la costituzione del museo etnografico, la realizzazione di un tracciato per lo sci di fondo lungo l'intero asse della valle: sono tutti progetti che si concretizzeranno auspicabilmente già prima, o a cavallo, degli anni Duemila.

Vedi il sito dedicato al Museo Camillo Golgi

Natura incontaminata

Se le rosee pennellate del rododendro che decora a giugno-luglio versanti interi non possono non incantare, cosa dire del profumo inebriante delle dafini e delle saxifraghe, delle nigritelle e dei gigli martagoni? Pe non parlare dell'emozione per la scoperta d'una rara scarpetta di venere o drosera carnivora di Piangembro, delle primule e pulsatille in mezzo a milioni di genzianelle del Pàdrio-Mortirolo, dello stupore per l'inaccessibilità delle stelle alpine di Corno dell'Agna.

Il patrimonio boschivo di Corteno Golgi, da decenni praticamente non intaccato, è ragguardevole. Risalendo dai fondovalli troviamo prima latifoglie quali betulla, rovere, nocciolo, castagno, ontano, frassino, ciliegio selvatico, sambuco, robinia, sorbo, faggio; poi foreste d'abeti rossi e bianchi, pini d'ogni specie e foggia, larici e ginepri che colonizzano quasi interamente le quote fino al limite della vegetazione arborea. Questo equilibrato complesso vegetazionale è arricchito da una variopinta fioritura di funghi e prelibati frutti del sottobosco.

Domina da est la Valdicorteno il maestoso gruppo dell'Adamello, mentre le decorative vette delle Alpi Orobie Orientali, disposte ad anfiteatro, si possono meglio ammirare dalle spettacolose balconate di Trivigno-Monte Pàdrio, all'inizio della catena che s'innalza poi nei Monti Seròttini, custodi d'importanti vestigia di fortificazioni risalenti alla Grande Guerra.

A far da vedetta al Pìcol, il più esteso lago naturale delle intere Alpi Orobie e fonte d'una pregiata e copiosa materia prima - l'acqua - c'è da qualche anno il provvidenziale bivacco "Davide", posto al passo del Torsoleto (2645 mslm), giusto a metà percorso del fantastico sentiero "4 luglio".

Il sentiero "4 luglio", una vera e propria "Alta Via" - pur accessibile a chiunque dotato di gambe e volontà di faticare - conduce al bivacco, creato agli inizi degli anni '90 in memoria di Davide Salvadori, giovane alpinista di Corteno perito tragicamente.

Meno di 4 ore! Tale è il tempo impiegato per coprire il tragitto Rifugio Campovecchio-Santicolo (35,1 km di sviluppo, con un dislivello pari a 2.700 m. attraverso la chiostra di vette che racchiude le Valli di Corteno) ormai da molti degli skyrunners - atleti "corridori del cielo" provenienti da ogni parte del mondo - che sul sentiero "4 luglio" si contendono nell'omonima "Skymarathon" ricchi premi e più ricca gloria.

Luoghi incontaminati, orizzonti dal bianco candido al blu-iride, grandi silenzi, misteriose tracce di fauna selvatica, magia dell'inverno: è questo il fascino di uno sport, lo scialpinismo, che discende dall'attività umana di spostamento e che coniuga mirabilmente l'incanto della natura alla fatica della montagna. Fatica utile alla purificazione di corpo e spirito, oltre che necessaria per mantenere un indispensabile livello della temperatura corporea in condizioni climatiche frizzanti.


Raduno Scialpinistico

La tradizionale "Scialpinistica Valdicorteno" - prova di velocità - è un'originale manifestazione che combina l'evento agonistico vero e proprio (a coppie) ad un contestuale raduno amatoriale lungo parte del medesimo tracciato. Tale spirito di condivisione fra atleti ed amatori raggiunge poi il suo apice più naturale nel pranzo conviviale (performance nella quale trionfano più spesso i secondi), prima delle premiazioni.

Onorata già dalle prime edizioni dalla partecipazione dei più forti scialpinisti italiani ed europei, la Scialpinistica Valdicorteno rappresenta solo il momento culminante e - perchè no - mondano di una lunga stagione invernale, durante la quale è possibile praticare per molti mesi liberamente lo sci alpinismo (oltre al fondo e alla discesa) su tracciati per tutti i gusti, sempre all'interno di scenari favolosi.

Riserva Naturale Valli di S. Antonio

La Riserva Naturale "Valli di S. Antonio", concepita con felice intuizione da uomini lungimiranti e istituita già nel 1983 (fra le prime in Lombardia), ha finalità di tutela del patrimonio naturale e paesistico; promozione delle attività agro-silvo-pastorali e della ricerca scientifica; regolamentazione delle utilizzazioni ricreative. Attorno ai confini comunali poi è tutto un accalcarsi di realtà naturali pregiate, in vario modo protette: dal Parco delle Orobie Valtellinesi a quello dell'Adamello, dalla Riserva Naturale di Piangembro al nuovissimo Osservatorio Eco-Faunistico Alpino di Aprica, realizzazione unica e originale ne suo genere sulle Alpi.

Detto delle attrattive naturalistiche, all'interno della Riserva vi sono due bei rifugi alpini, ampie aree da picnic, sentieri attrezzati percorribili a piedi, a cavallo o in mountain-bike. Pittoreschi i ponti in legno coperti sui torrenti e le tipiche baite, alcune ristrutturate, coi tetti in "scandole".

Volendo localizzare un cuore, insieme geografico e spirituale, nel corpo quieto eppur vitale della Valcorteno, questo si sente senz'altro pulsare dentro la Riserva Naturale Regionale "Valli di S. Antonio". Paradiso per gli amanti della natura e oasi di pace per centinaia di camosci-caprioli-cervi-mufloni, giocose marmotte e fulve volpi, martore ed ermellini, scoiattoli e lepri, francolini di monte e pernici bianche, imponenti gufi reali e civette nane, corvi imperiali e rauche ghiandaie, todi e altri uccelli melodiosi. La riserva è inoltre luogo di nidificazione dell'aquila reale, del gallo forcello e degli ultimi rari esemplari di gallo cedrone.

Brandét e Campovecchio, un tempo disseminate di malghe fino a oltre quota 2000 m., molte delle quali ora in disuso, sono le due profonde e magnifiche valli del parco solcate dagli omonimi impetuosi torrenti. Questi discendono il primo dall'anfiteatro formato dal Palone di Torsolazzo-Piz Svolt-Torsoleto-Castel di Piccolo e l'altro dal Borga-Culvegla-Sellero-Telènek, confluiscono in prossimità dell'antico borgo di S. Antonio, ancor oggi abitato tutto l'anno.

Riserva di Pesca Valli di Sant'Antonio

 

Il "Cuz"

La pur frugale tradizione gastronomica locale vanta almeno un piatto assolutamente caratteristico e originale, il succulento cuz, probabilmente portato dall'invasione d'una tribù ungherese. Trattasi di carne d'ovino adulto, tagliata semplicemente a tocchetti e cotta a lungo lentamente nel proprio grasso. Ideale, anzi d'obbligo, gustarla con polenta di granoturco, mascherpa grattugiata e "col" (intingolo).

Rinomati, infine, presso quanti li hanno provati anche solo una volta nella vita, i salumi e formaggi nostrani.

Altre Risorse Turistiche

Oltre alle magnifiche opportunità di trekking-escursionismo-passeggiate-scialpinismo-mountain-bike-equiturismo, sono disponibili nella zona di S. Pietro - P.so Aprica impianti di risalita e ben 4 scuole di sci, piscina coperta, palazzetto dello sport e campi da tennis, palestra d'arrampicata sportiva, campo da golf in quota, percorso vita, piste di fondo a Pian di Gembro e Trivigno. Il trenino rosso del Bernina da Tirano, il Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Capodiponte e quello dello Stelvio, insieme ai passi Mortirolo-Gàvia-Tonale offrono, nel raggio di pochi km, numerose possibilità di gite, sport e occasioni d'approfondimento storico-culturale. La riserva di pesca S. Antonio e quella di Val Brandét per l'agguato al "trotone" sono il paradiso degli appassionati della lenza.


Ulteriori informazioni

Ultimo aggiornamento
23 agosto 2022